News

Esperienze di Continuità Assistenziale: l’attività diurna presso le Residenze Assistenziali Sanitarie

Esperienze di Continuità Assistenziale: l’attività diurna presso le Residenze Assistenziali Sanitarie

In alcune regioni, si stanno progressivamente sviluppando progetti che permettono ai Medici di Continuità Assistenziale di integrare la propria l’attività con incarichi nelle ore diurne, per esempio nelle Residenze Assistenziali Sanitarie. È il caso della dott.ssa Viviana Schibotto, medico di CA in provincia di Padova, e della dott.ssa Valentina Vergano, medico di CA in provincia di Torino. Oggi risponderanno alle nostre domande per testimoniarci la loro esperienza che ci auguriamo possa estendersi in tutto il territorio nazionale.

-Da quanti anni lavorate in Continuità Assistenziale?
“Da novembre 2016” risponde Viviana, “Da giugno 2010, subito dopo l’abilitazione professionale” invece Valentina.

– Nonostante i continui attacchi a questo tipo di Servizio e i rischi per i professionisti che ci lavorano, perchè decidete di continuare?
“Conosco bene i rischi di questo lavoro e la possibilità di aggressioni, perché li ho vissuti in prima persona” sottolinea Valentina “nonostante tutto non ho mai pensato di lasciare il mio lavoro in CA. I motivi nel mio caso sono molteplici: innanzitutto è un lavoro che mi piace e trovo professionalmente molto stimolante e molto vario, in secondo luogo, seppur stancanti e faticosi, i turni notturni o nel weekend/festivi mi permettono di avere del tempo libero durante la settimana e per una mamma di due gemelli di 4 anni non è poco. Ho sempre creduto nei valori della famiglia e questo lavoro mi permette di realizzarmi professionalmente e di poter dedicare il giusto tempo a ciò che amo.”
Viviana aggiunge: “Ho scelto di essere un medico in quanto adoro questo tipo di professione e la CA mi permette di esprimerlo al meglio in quanto è un servizio fondamentale per i cittadini. Per fortuna, tutto sommato, la sede in cui lavoro è abbastanza sicura.”

– Come medico di Continuità Assistenziale convenzionato, vi è stata offerta la possibilità, così come ai medici di Assistenza Primaria, di essere medico di una Residenza Sanitaria Assistenziale. Come mai avete scelto di cogliere questa possibilità? Cosa vi piace di questo incarico?
Risponde per prima Viviana: “Erano già due anni che sostituivo occasionalmente la collega titolare dell’incarico in RSA, in particolare nel periodo estivo. All’inizio mi sentivo inadeguata, la preparazione universitaria non bastava. Con il tempo, con tanto studio personale e sotto la guida di persone più esperte, mi è sembrata una buona possibilità lavorativa. A novembre scorso mi è stato proposto l’incarico, che ho accettato ad occhi chiusi, anche perché, purtroppo, sono vittima di quell’imbuto formativo creato dalle nostre Istituzioni. Ciò che mi piace di più di questo lavoro è il contatto con i miei “nonnini”, il poterli aiutare negli ultimi istanti della loro vita, la riconoscenza nei loro occhi. E anche il bel clima che si crea tra le varie figure professionali che lavorano in RSA.”
Anche Valentina ha avuto la stessa reazione quando è uscito il bando per lavorare in RSA: “Non ci ho pensato nemmeno un minuto, era esattamente ciò di cui avevo bisogno: un lavoro diurno settimanale in orari da me stabiliti, la possibilità di aumentare un po’ lo stipendio della CA e soprattutto la possibilità di seguire dei pazienti “miei” che come medico di CA non hai. Certo, non è tutto oro quello che luccica, non essendo medico di Assistenza Primaria incontro continuamente una serie di problemi (per esempio l’impossibilità di accedere al portale dei Medici di Medicina Generale e quindi nessuna gestione integrata del diabete retribuita, vaccinazioni non ordinabili in farmacia territoriale, ricette non dematerializzate, ecc.)

– Cosa sognate per il vostro futuro professionale e cosa sognate per il futuro della Medicina Generale?
“Ad oggi non saprei dirti con esattezza cosa sogno per il mio futuro professionale” risponde Valentina “sento ancora l’esigenza di perfezionare i miei studi e coltivare le mie passioni, vorrei iniziare un master e poi chissà, forse un giorno diventare un medico di AP. Per la Medicina Generale sogno che i medici continuino sempre a lavorare spinti dalla voglia di tutelare la salute e soprattutto di promuoverla.”
Per Viviana i sogni personali sono più forti “Spero di entrare al più presto nella Scuola di Formazione specifica in Medicina Generale. Per quanto riguarda la Medicina Generale auspico ad un rapporto più personale tra medico-paziente, attualmente indebolito dall’eccessiva burocrazia che quotidianamente schiaccia i medici e dalla medicina difensiva.”

Mariateresa Gallea
Responsabile Area Tecnica FIMMG CA
Sviluppo strategie per la professione al femminile

Posted on
Posted in News

Lascia un commento